Alex Peroni: poco sex no drugs tutto rock’n’roll

La cosa è importante ed è meritorio ciò che Paolo sta
facendo, perché mi sono reso conto, in questi anni, che la documentazione sulla storia della radio manca eccome e questo è
gravissimo. Chi vuole prendere delle informazioni deve andare su Wikipedia, che di fatto è l’unica enciclopedia frequentata
ed è piena di lacune e inesattezza, quindi la verità storica,
anche volendo, è difficilissima da recuperare.
Noi che ormai siamo sui sessanta, ovvero quelli che hanno
tenute a battesimo le radio private, tra poco crepiamo e ho
paura che la verità storica non sarà facile da far uscire, perché i
veri capostipiti non hanno scritto libri. Cecchetto lo ha fatto
ma su cose personali, Federico ne ha fatti due, ma sono
romanzi. Nessuno di noi ha fatto un saggio, io ho provato a cercare dei contatti, a parlare con qualche professore, qualche
luminare, perché il problema è quello, non basta dire la verità,
ci vuole una certificazione storica, se la racconti tu non vale, la
deve dire uno che magari non c’era, però ha facoltà di firma. E
il problema è gravissimo, è fondamentale, non stiamo parlando di un fenomeno passeggero, stiamo parlando di un fenomeno che ha modificato l’Italia, eppure non abbiamo documenti
storici, è clamoroso, clamoroso!