Introduzione

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Nonostante tutto sono stato fortunato

Questa è una lunga storia che arriva da lontano, dagli anni ‘70, da quando molti giovani, giovanissimi direi, iniziarono ad intravedere una nuova via per allargare i propri orizzonti, per ampliare le loro prospettive e le proprie conoscenze, un qualcosa per andare oltre i propri limiti. Qualcuno iniziò a pensare che l’etere, non il composto organico e neppure il termine nel pensiero greco classico introdotto da Empedocle usato come sinonimo di aria, ‘la parte più alta, pura e luminosa’, fosse una nuova via da seguire.
In quegli anni, moltissimi giovani, da ogni parte d’Italia, dalle grandi città ai più sperduti paesi, iniziarono a pensare alla Radio, ad utilizzare l’etere, a ‘trasmettere via etere’. Iniziarono, quasi per gioco, a creare qualcosa che, loro malgrado, ha portato ad un fondamentale cambiamento culturale e di costume della società di quegli anni, modificando per sempre questo paese e il suo modo di comunicare. Una vera rivoluzione che la Radio libera ha indotto.
Un ‘nuovo’ media che ha avuto un impatto straordinario in termini positivi sull’intero territorio italiano, trasformando, in tempi brevissimi ed in modo sostanziale ed irreversibile, il concetto d’informazione e di comunicazione, nonché il rapporto tra coloro che creano informazione e coloro che subiscono l’informazione, spesso con un reale scambio di ruoli, con una vera logica di interattività fra utenti, fruitori e creatori di servizi e notizie, molto prima dell’avvento dei social network.
Mai niente arriva per caso, neppure questa storia lo fa. Giunge a noi grazie a chi c’era, a chi ci ha creduto, grazie a coloro che in quegli anni hanno avuto l’intuizione e la voglia di gettarsi in quel vortice e andare avanti per quella strada.

Coloro che sono riusciti, ognuno a suo modo, a cogliere l’attimo, quei giovani completamente sconosciuti e privi di esperienza che hanno avuto una grande intuizione. Le persone, i ‘dispositivi umani’ che hanno reso grande la radio dall’avvento delle radio private e libere.
Un libro nato per raccontare e conoscere le storie personali dei pionieri della radio, quei ‘quattro amici al bar’ o i ‘figli delle stelle’ che nonostante tutto sono riusciti a cambiare il mondo. In queste pagine troverete gli artefici di questo cambiamento, coloro che più di ogni altro si sono resi protagonisti della Radio, quella con la R maiuscola. Quelli che hanno davvero fatto questa rivoluzione, coloro che hanno iniziato nelle fumose soffitte di periferia, con le pareti tappezzate di cartocci delle uova, manifesti dei grandi concerti, con i vecchi giradischi e un microfono trovato chissà dove e sacche di vinili portati da casa. Quelli che respiravano un vento nuovo di libertà che in quegli anni soffiava forte in questo Paese. Coloro che hanno dato la spinta finale per chiudere la fase del monopolio e che pochi si aspettavano.
Un libro che raccoglie le testimonianze delle persone, uomini e donne, che hanno creduto e creato tutto questo.
Personaggi come: Claudio Cecchetto, Gerry Scotti, Rosario Fiorello, Linus, Carlo Massarini, Marco Mazzoli, Nick The Nightfly, Lapo Elkann, Amadeus, Max Venegoni, solo per fare qualche nome e per primo Alberto Hazan che è riuscito tra i primi a capire, coordinare e far crescere i grandi network che, grazie a lui, tutt’oggi conosciamo.
Un libro dove i protagonisti raccontano sé stessi, le sensazioni, le emozioni, le esperienze, la loro vita e il rapporto che hanno avuto e che hanno tutt’oggi con la Radio. Passaggi fondamentali che sono rimasti nel loro DNA e che hanno fortemente contribuito a portarli ad essere ciò che oggi sono.
Sfogliando le pagine di questo libro avrete sicuramente una visione più chiara del mondo della radio, farete un viaggio all’interno della ‘scatola’. Un percorso diverso, nuovo, inusuale e alternativo per conoscere i veri pionieri della radio: il dietro le quinte, ovvero il back-stage, dall’altra parte del microfono. Un documento che testimonia il fenomeno e il fermento che hanno caratterizzato quegli anni e che aiuta a comprendere l’opera che quei ‘dispositivi umani’ hanno compiuto, persone che hanno fatto la differenza e che forse non nasceranno più.
Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ha raggiunto standard talmente elevati da far pensare alla gente che il talento sia una questione di pixel, che la qualità della musica si giudichi con i like e che la realtà sia quella che si vive attraverso computer e smartphone. La radio invece è ancora uno strumento che dice sempre la verità. E oggi, nel ripercorrere le sue origini, emerge impietoso il verdetto di quanto sia inutile la tecnologia senza talento, quanto siano più importanti le idee dei mezzi. Di questa storia ne faccio parte anch’io, ed è proprio da lì che inizia la mia esperienza, da lì, da quelle fumose e puzzolenti soffitte dove si respirava una irripetibile aria di libertà, cariche di entusiasmo e voglia di vivere. Come tutti gli altri personaggi di questo libro, ho iniziato il confronto con la vita reale, in quelle stanzette. Quello è stato il punto di partenza per tutti noi. Anche per questo amo raccontare la Radio e i veri protagonisti della Radio.
Tutto questo, a mio avviso, ha un grande valore storico e civile, è il racconto di un’epoca, una fetta di storia: i grandi concerti, la grande musica, i grandi artisti, le inchieste. Il racconto de ‘La febbre del sabato sera’. Anni pieni di entusiasmo, ma vissuti in un contesto storico particolare fatto di lotte e scontri violenti, anche armati, stiamo parlando dei famosi “anni di piombo”. Anni dove la droga circolava a vagoni, ma siamo sopravvissuti. Anni vissuti a 360 gradi, di giorno e di notte, con il motorino senza casco e senza cinture, senza tanti fronzoli, ma ne siamo usciti vivi e fortificati. Anni carichi di tensioni e aspri scontri, ma che si risolvevano con una sonora scazzottata.
Qui, in queste pagine, ci sono quelli che davvero hanno dato vita e hanno dato la vita per la radio, vengono messi in luce tutti i vari aspetti: sociali, tecnici, artistici, legislativi. C’è chi ha dato la voce: dj, speakers, doppiatori, chi le idee e le notizie come i giornalisti, ma anche chi ha consentito che la radio fosse ascoltabile come i tecnici. Chi ha lavorato sugli impianti di alta frequenza: tralicci, antenne, trasmettitori, finali di potenza, ponti radio, chi si è inventato gli strumenti idonei per andare in onda, programmare la musica, per registrare le pubblicità. C’è chi ha fatto sì che nascessero leggi e normative adeguate al sistema, permettendo che la radio si consolidasse anche da un punto di vista legislativo, e chi sì è impegnato per rendere la radio un prodotto commerciale. Poi c’è chi con grande maestria è riuscito ad amalgamare tutto questo, e far si che la radio diventasse ciò che è diventata. Insomma, ci sono un po’ tutti, tutti gli ingredienti e le varie facce della medaglia, spesso assolutamente sconosciute. C’è stato anche chi ha fatto grandi numeri, grandi ascolti, chi è riuscito più di ogni altro a farsi apprezzare e raccogliere consensi, uno per tutti è Marco Galli, il suo programma del mattino continua dal 2012 ad essere il più ascoltato, lo è ancora oggi. I numeri parlano da soli, supera regolarmente il milione di ascolti nel singolo quarto d’ora ed ha raggiunto una punta massima di 1.400.000 ascoltatori nel 2017. Lo share del programma è costantemente superiore al 10% con un picco massimo del 13%. Numeri importanti che sottolineano ancora una volta l’importanza della radio e la responsabilità che uno speaker porta sulle spalle.
Sono tanti gli aspetti, tutti molto importanti, legati al mondo della radio, le molte facce della stessa medaglia, come lo sono quelli di persone con competenze specifiche nel settore della comunicazione, come Maurizio Maresca, un professionista che a partire dagli anni ‘80, copywriter della McCann-Erickson, ha fornito il suo apporto creativo a molte campagne pubblicitarie delle radio dell’epoca, (tra le più memorabili “È chic e non impegna” di Radio Monte Carlo) ed oggi, grazie alla sua esperienza, spinto anche da vera amicizia e passione, ha dato il suo fondamentale contributo a questo libro ideando copertina, titolo ed i nomi di molti capitoli.

La radio, in sintesi, ha rappresentato uno strumento sociale, di crescita culturale, di coinvolgimento e di partecipazione, un modello di sviluppo economico. ‘The Radio Dreamers’ traccia un quadro chiaro del passato e del presente della radio e ipotizza quali saranno i probabili scenari futuri dei media, un mondo nel quale la radio può ancora far sentire la sua voce.
Il mio auspicio é che questo documento possa essere utile a tutti coloro che gravitano nel mondo della radio, a coloro che studiano comunicazione, ai più giovani, ai semplici appassionati di radio, perché mai come oggi ce n’è bisogno. Spero che questo lavoro letterario possa servire a raccontare una straordinaria pagina di storia quasi sconosciuta, che mi appartiene, che è anche la mia storia, che è stata una linea continua nella mia vita, da quando iniziai nella metà degli anni ‘70, a ‘fare la radio e trasmettere’ dalle soffitte toscane, come quella di tutti coloro che sono in queste pagine, ma anche la storia straordinaria di tantissimi personaggi meno noti, ma che ognuno a loro modo, nel loro piccolo, hanno contribuito a far sì che questa rivoluzione prendesse corpo.
Una storia caratterizzata soprattutto da questi grandi personaggi e della loro ambizione verso quella qualità creativa che ha fatto la differenza nella competizione di un mercato che oggi si presenta impoverito dall’approccio sistematico dei grandi gruppi editoriali moderni. Soprattutto oggi in un mondo dominato dalla rete, dove i Social dettano le regole e i comportamenti, è importante conoscere la nostra storia, da dove arriviamo, perché e come siamo arrivati fin qui e dove vogliamo andare, perché ‘conoscere il passato aiuta a costruire il futuro’ e i personaggi di queste pagine hanno fatto la loro parte fondamentale nel mondo della radio ma soprattutto nella vita, per le loro vite e per la vita di tutti coloro che hanno ‘usato’ anche loro malgrado la radio stessa. Personaggi che ci sono stati e che non torneranno mai più, anche per questo è importante ricordarli e sottolineare il loro impegno.

Paolo Lunghi